Le tendenze : il gusto come oggetto di semiotica predittiva
Giulia Ceriani
Università di Siena
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Mots-clés : anticipation vs prévision, crédibilité, forme de vie, goût, scénario, simulation, tendance
Auteurs cités : Jean-Marie FLOCH, Jacques FONTANILLE, François JULLIEN, Eric LANDOWSKI
Introduzione
Il tempo presente è definito solo da concetti ambigui, che si rifiutano di consistere dentro una matrice semantica circoscritta : cambiamento, trasformazione, mutazione, scivolamento ; nessuna di queste parole sembra essere abbastanza precisa per spiegare la fase che attraversiamo né per dire quale evoluzione potrebbe avere. Viviamo sul crinale di una mutazione che vale anzitutto a negare quello che è stato, e che sposta in modo radicale verso i termini sub-contrari di un’ipotetica mappa di posizionamento del nostro contesto. La negazione è l’operazione matrice che rende forte il bisogno di anticipazione — sapere oggi quello che domani potrà accadere, ma anche quello che “ci piacerà” o “ci disgusterà” e quello che vorremmo forse condividere —, e contemporaneamente rende necessaria la lettura della tendenza. Quest’ultima da intendersi non solo in quanto direttrice del gusto (siamo più che abituati a confrontarci alla legittimazione di gusti contraddittori, se mai), ma anche, in senso più esteso, come tensione che consente di marcare gli umori di una stagione, perfino una cifra epocale.
1. Le tendenze, il cambiamento
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François Jullien, Les transformations silencieuses, Paris, Grasset, 2009.
Vorremmo, nelle righe che seguono, fornire un contributo orientato a comprendere le connotazioni semantiche e sintattiche di quelle “trasformazioni silenziose”1 che marcano la società e che vengono sommariamente associate alla parola “tendenza” : della quale accogliamo la dinamica tensiva e anticipatoria, e respingiamo quella meramente associata ad aspetti effimeri e commerciali che ne rappresentano solo una delle intercettazioni, quella più marginale.
Di fatto, nella loro interpretazione tensiva, le tendenze investono una serie di figure chiave del discorso sociale e valgono a rendere visibile la tensione di cui sono la manifestazione sensibile : figure concettuali (il limite, il passaggio, la crescita, ecc.), identitarie (il sesso, la famiglia, la procreazione, il genere, ecc.), della comunicazione (i media, i canali, i generi, la retorica persuasiva ecc.), del mercato (codici di categoria, utilizzi, attribuzioni, collocazioni, ecc).
E’ dunque da questa prospettiva che proveremo ad inserirci nella più generale problematica delle “questioni di gusto” : di fatto pensiamo alle tendenze come “sensori” dell’anticipazione, che al cambiamento è strettamente legata. La lettura delle tendenze introduce nel presente la consapevolezza delle potenzialità della trasformazione, ne manifesta le problematiche a venire e talora la loro possibile soluzione.
Quel che è reso possibile è giocare d’anticipo : prendendo decisioni prima che un futuro previsto si manifesti. Questo implica una concezione dinamica del cambiamento stesso, come passaggio tra stadi diversi : quello virtuale, in cui si prefigura lo stato a venire, e si concepiscono le mosse per favorirlo o per disinnescarlo ; quello attualizzato, dove propriamente vengono messe in atto le strategie anticipatorie, tali per cui l’esito sia quello non necessariamente previsto ma certamente auspicato ; quello realizzato infine, in cui la trasformazione è data come esito del pensiero / dell’azione anticipatoria.
Vista in quest’ottica, la dinamica delle tendenze è strettamente connessa con quella previsiva ma non vi si confonde : si dà anticipazione con un’intenzione di congiunzione con un valore positivo o disgiunzione da un valore negativo, all’interno di un percorso di trasformazione che riconosce nello stato finale la validazione o meno del progetto di cambimento. L’anticipazione è strumentale, finalizzata ad orientare un dato tipo di trasformazione, anche intrinsecamente contraddittoria con la previsione stessa. Le tendenze si collocano all’inizio e alla fine del percorso di anticipazione : tra di esse riconosciamo i segnali del cambiamento possibile, quelle degli esercizi provvisori per nuove adozioni, e infine i marcatori del cambaimento avvenuto.
2. La definizione delle tendenze e il loro ruolo
Le tendenze alimentano il terreno di coltura dentro il quale si manifestano come gli elementi che vengono considerati significativi in quanto portatori di tratti differenziali rispetto allo statu quo. Idee, comportamenti, atteggiamenti, figure del nostro quotidiano come oggetti, ambienti, forme di espressione di qualunque natura, diventano tendenze quando sono portatrici di tratti che, per poter mettere in luce la propria differenza, negano parzialmente la congiuntura in cui vengono rilevati, e contengono in nuce il profilo caratterizzante di quella che verrà.
In un’ottica socio-semiotica, questi segnali sono allora manifestazioni discorsive di varia natura, che articolano con diversa intensità figurativa l’interfaccia sulla quale si costruisce la drammaturgia anticipatoria.
Ad esempio, nella nostra situazione presente, è dato leggere, accanto alla discussione sulle fonti di alimentazione energetica, la comparsa di indicatori (dibattiti, prototipi di prodotto, narrazioni aziendali come quella di Tesla) che rappresentano la possibilità di un futuro di azzeramento del problema energetico : un’immaginazione per le energie alternative che certo potrebbe intensificarsi e proseguire ancora (su Marte ?) fino, presumibilmente ad auto-esaurirsi una volta assolta la propria missione di valorizzazione (di una marca, di un soggetto politico, di una declinazione tematica portatrice di consenso). Finita quella, la facile ipotesi è che non resti che ricominciare a immaginare, cominiciando dalla concezione di un mondo autarchico (della cui controtendenza qualche segnale è già visibile, tra ritorni alla terra e recupero degli scarti, fino alle autoreclusioni a scopo di detox tecnologico…).
Ma anche, là dove la tendenza corre accumulando figure legate all’automazione, non è difficile indicare in senso anticipatorio non l’ennesima invenzione robotica bensì il ripristino di una manualità artigianale fondamentale. Le stampanti 3D sono probabilmente il segnale più chiaro di questa anticipazione.
L’approccio socio-semiotico alle tedenze si pone dunque nell’ottica di individuare sul piano delle manifestazioni che possiamo genericamente definire esistenziali (testualità complesse e sincretiche) degli elementi di differenziazione che rinviano, a un livello più astratto, a tematiche atte a ricollocare in modo chiaro l’anticipazione espressa rispetto al tessuto su cui si innesta ; per giungere ad argomentare l’intenzione di continuità o discontinuità logica rispetto a un presente che funziona come asse pivotale rispetto al quale far ruotare l’orientamento definito.
Si genera, all’interno di questa dinamica, una presa in considerazione del dato fenomenologico come puro esercizio pre-testuale, il cui senso è invece quello di rinviare a una matrice concettuale che possa essere cluster di riferimento di fenomeni in superficie appartenenti a realtà fenomeniche (ad esempio categorie merceologiche) diverse.
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J. Fontanille, Formes de vie, Liège, Presses Universitaires de Liège, 2015.
La fenomenologia societale è per la semiotica un aggregato testuale e intertestuale, attraversato da tensioni patemiche che portano a definire altrettante “forme di vita”. Jacques Fontanille definisce le forme di vita stesse come schemi sintagmatici, retti da un principio di coerenza che garantisce la ricorrenza dei medesimi enunciati e medesimi attanti : dunque congruenza e coesione affinché se ne possa dare riconoscibilità intorno a una dimensione isotopica data2. Questo principio consente di utilizzare le forme di vita come metafora euristica del discorso sull’anticipazione retto da un punto di vista semiotico : articolazioni figurative di più scenari che soddisfano requisiti di immaginazione, nate invariabilmente dalla contraddizione con il T0, il tempo d’origine sul quale si inscrive l’esercizio di foresight.
3. Scenari e narratività
Ci sembra a questo punto necesssario entrare nel merito della matrice figurale sottesa alla figuratività dentro la quale si inscrivono le forme di vita ipotizzate.
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G. Ceriani, Hot spot e sfere di cristallo. Semiotica della tendenza e ricerca strategica, Milano, FrancoAngeli, 2007.
Per strutturare uno scenario — la declinazione anticipatoria della forma di vita, quella che coordina narrativamente la sintassi delle tendenze — occorrerà dunque, sfruttando appieno le potenzialità della narratività semiotica3 :
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selezionare un numero definito di item valoriali (ad es. : sostenibilità, autosufficienza, circolarità, ecc.), in funzione dello stato di partenza e dell’intenzione ;
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introdurre le operazioni logiche elementari di contrarietà, contraddizione e implicazione in modo da poter trasformare i valori di partenza ;
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proporre schemi attanziali alternativi, individuando strutture attoriali diverse a copertura dei ruoli di Soggetto, Oggetto di Valore, Destinante ;
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selezionare tematiche divergenti, in modo tale da poter valutare la consistenza di plot divergenti con livelli di rischio differenziati ;
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ammobiliare figurativamente lo scenario stesso, in modo conseguentemente diverso a seconda del contesto di riferimento : da una città a una struttura famigliare, da una gamma aziendale alla costruzione di un movmento politico...
Chiaro è che le tendenze investono ognuno di questi livelli di generazione della produzione anticipatoria, fino a “illustrare” uno spazio di simulazione che ci consenta di apprezzare le dinamiche cognitive e pragmatiche, ma anche emozionali, di una data opzione evolutiva.
E’ così che, se considero in senso anticipatorio, ad esempio, l’evoluzione delle dinamiche sessuali e delle definizioni dei rapporti tra sessi, posso leggere chiaramente l’alternanza tra l’iperfemminizzazione della società tipica della fine del Novecento e il suo traslato per contraddizione nella celebrazione omosessuale dei primi anni Duemila, fino all’attuale emergenza del Terzo sesso o dei fenomeni Agender. Per i quali, figurativamente e tematicamente investiti, oggi si sta aprendo un mercato dedicato e in espansione (spazi commerciali, come da Selfridge’s a Londra, collezioni di moda unisex, make up, segnaletica, ecc.) ; presto, una legislazione specifica ; e a seguire, una nuova svolta probabilmente in direzione della cancellazione definitiva della matrice genetica del sesso, che apre la porta a un altro scenario del quale molto si discute, ovvero quello dell’integrazione / sovrapposizione / sostituzione (a seconda dell’opzione anticipatoria) della relazione uomo-macchina.
4. Credibilità e rischio
Le tendenze come premessa (e esito) del movimento anticipatorio si muovono all’interno dei margini della propria credibilità. Senza credibilità l’anticipazione è inaccoglibile, non avrà un pubblico e non potrà trasformarsi in previsione.
La credibilità di un’anticipazione si basa sulla sua verosimiglianza, che poggia a sua volta sulla consensualità accordata ai segnali di tendenza con cui si manifesta la direzione evolutiva : implica che esista un substrato comune che identifica una certa concezione della “realtà”, ed è dunque sottomessa a un forte relativismo culturale.
Naturalmente, una congiuntura data può ammettere discorsi anticipatori diversi, più o meno verosimili come spesso accade nella letteratura fantascientifica, ad esempio, ma più forte sarà la loro verosimiglianza (e dunque il loro potenziale successo nel trasformarsi in predizione) se sapranno innestarsi nel tessuto comune del contratto sociale : per tradirlo, negarlo, contraddirlo o contrariarlo in modo da spostarne il punto di vista e validarne il portato “innovativo”, ma sempre tenendo conto delle soglie sedimentate degli immaginari contestuali. E’ in questo senso che la “questione di gusto” inscritta nel percorso narrativo delle tendenze incrocia una matrice di portata più profonda e potenzialmente meno lieve, quella dell’ideologia.
L’anticipazione è un discorso. Un discorso è un testo. Un testo è una costruzione sincretica che porta le tracce, inevitabili nelle scelte enunciative fatte, del punto di vista investito. Un punto di vista che può essere soggettivato (“noi”) o oggettivato (“si”) in modo tale da ottenere la massima efficacia in funzione della tipologia di destinatario costruito e degli scopi della formulazione anticipatoria. Se il forecast proietta in avanti le esperienze passate, rappresentando una forma debole di anticipazione, il foresight si basa invece sulla selezione di segnali precoci che prefigurano lo scenario a venire : perchè siano tali devono già risiedere nel contesto culturale osservato, ma devono non essere pienamente riconosciuti dalla comunità di riferimento. Leggibili, ma scarsamente visibili. Talora non nominabili, e in attesa di legittimazione.
Per avallarli e far sì che ne conseguano azioni e strategie, è necessario allora che il fare interpretativo di chi li accoglie sia sostenuto da un fare persuasivo congruente e, appunto, accoglibile : per questa ragione è essenziale, ad esempio, che grande cura sia posta nelle lessicalizzazioni con le quali agglomeriamo i segnali di tendenza, linguaggi di connotazione che devono avere un sufficiente potere descrittivo e contemporaneamente immaginativo.
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Vedi Eric Landowski, Les interactions risquées, Limoges, Pulim, 2005.
Metafore potenti, sulle quali si basa la capacità di intervento dello scenario anticipatorio. Il quale è, per sua natura, vocato al riconoscimento del rischio, nonché all’assunzione del rischio più plausibile / più opportuno per la spinta in avanti di una società data. Una nozione di rischio come virtualità connessa all’esito incerto delle strategie di interazione e manipolazione, per altrettante modalità di costruzione del senso, secondo una logica che sia però graduale, tra gli estremi della programmazione e dell’ incidente4.
5. L’anticipazione come semiotica predittiva
Una semiotica predittiva dovrebbe essere in grado di prevedere come l’utente di un sistema, in circostanze non alterate, vada a comportarsi, secondo le regole del sistema stesso cui appartiene. Se noi pensiamo alle tendenze come ai mattoni degli scenari anticipatori nel loro esercizio di sistemi che dettano regole a venire (estetiche, comportamentali, attitudinali…), riusciamo anche a definire appropriazioni e costruzioni possibili degli eventuali “abitanti” degli scenari stessi. Sono, questi, i segnali di tendenza più precisi, nel momento in cui riescono a definire — nella loro interrelazione — una configurazione tematica che consente di apprezzarne la natura impicita di modello, quella che nella società digitale è indossata dai cosiddetti “influenzatori”. Testimoni che hanno la capità di muoversi in un futuro possibile, consolidato e ostentato grazie al segnale di tendenza. Punto d’arrivo di un percorso previsivo e punto di partenza per quella successiva negazione che aprirà la nuova svolta evolutiva.
Come scrive Jean-Marie Floch a proposito del quadrato semiotico, è su una siffatta base di alternanza logicamente determinabile che ci possiamo permettere
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Jean-Marie Floch, “Concetti della semiotica generale”, in Paolo Fabbri e Gianfranco Marrone, Semiotica in nuce, Roma, Meltemi, 2000, vol. 1, p. 52 (da Petites mythologies de l’œil et de l’esprit”, Paris-Amsterdam, Hadès-Benjamins, 1985).
di prevedere i percorsi che può intraprendere il senso e le posizioni logicamente presenti ma non ancora analizzate che esso può investire. Soprattutto i temi, le immagini, i concetti, le espressioni posizionate sul quadrato sono sempre situati in relazioni logiche e semantiche definite. Si sapranno quali sono le manifestazioni compatibili o quali no.5
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Cfr. E. Landowski, “Vertu de l’inchoatif”, Présences de l’autre, Paris, PUF, 1997, pp. 134-137.
Su questo principio, è dato configurare una semiotica predittiva pensando a un soggetto in situazione, che si ponga all’interfaccia tra quello che è stato e quello che sarà : ovvero al crocevia di una trasformazione silenziosa, fine e inizio al tempo stesso, fatti salvi quegli effetti di focalizzazione che, come scrive bene Landowski, mettono in evidenza di volta in volta uno solo di quegli aspetti, sia esso l’incoativo oppure il terminativo6.
Quando di parla di anticipazione, possiamo allora dire che l’accento è sull’incoatività, va da sé. Ma anche, sulla definizione di nuclei concettuali che di una semiotica predittiva sono in qualche modo i pilastri : sintesi dense del tempo presente che un lavoro di espansione (la previsione, appunto), secondo direttrici logiche e strutturate dalla figuralità della tendenza concetto fino all’investimento figurativo della tendenza-segnale, porterà a definire come percorsi di simulazione.
6. In sintesi
Due parole per concludere, sintetizzando gli elementi di cui abbiamo discusso:
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l’anticipazione non è la previsione, ma l’impianto ideologico che consente di formulare previsioni secondo i punti di vista che un soggetto dato puo’/ sa / vuole esprimere ; le tendenze ne rendono possibile tanto la concezione che la visualizzazione ;
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l’innesto dell’anticipazione all’interno dei margini di plausibilità di un contesto dato consente di attribuirle verosimiglianza ; il “gusto” è la prescrizione virtuale che ne nasce e che trova modo di essere accolta solo all’interno di uni sistema di credenza (consenso ?) condiviso ;
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contemporaneamente, la verosimiglianza si limita al riconoscimento di un linguaggio comune che consente la riconoscibilità della proposta ma non si schiaccia su quest’ultima, aprendo al portato conoscitivo della differenza ;
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la simulazione anticipatoria è una struttura narrativa che articola le posizioni alternative (alle quali l’impianto logico del quadrato semiotico fornisce la griglia delle direttrici potenziali) delle matrici concettuali a partire dalle quali prende avvio la costruzione dello scenario previsivo ;
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il successo della trasformazione dell’anticipazione (stato attualizzato) in previsione (stato realizzato), dipende dalla selezione (stato virtuale) dei segnali-tendenza portartori di differenza, nel contesto di una simulazione sostenuta dalla verosimiglianza consentita dal patto sociale.